Francesco Attardi si pone come uno dei maggiori studiosi della musica sinfonica italiana, da Giovanni Sgambati, di cui ha ricostruito e pubblicato (ed. Suvini Zerboni, Milano) la Seconda e la Terza sinfonia, fino a Ottorino Respighi: il libro (scritto assieme all’allievo Lorenzo Casati) è lo studio più completo sul grande patrimonio ‘sommerso’ del Compositore, l’unico italiano che è riuscito ad infrangere ‘the glass ceiling’, il soffitto di cristallo dei pregiudizi che identificavano l’Italia come il regno esclusivo dell’opera. Lo scopo di Attardi è quello di portare finalmente alla luce la straordinaria serie di lavori sinfonici, oggi limitato purtroppo ai Pini, le Fontane di Roma, Antiche Danze arie e poco altro con questo grande studio e la promozione di esecuzioni di tutta la produzione respighiana. Il libro si apre con una ‘Ouverture’ sulla storia del Novecento musicale e il periodo in cui Respighi è vissuto, la prima metà del secolo, e contiene un’intervista giovanile che Attardi fece a Elsa Respighi, moglie del Maestro. Nell’Iceberg sinfonico di Attardi (e Casati) vengono narrate e analizzate una quarantina di composizioni fra cui il giovanile Preludio, corale e fuga, i tre splendidi concerti pianistici fra cui quello nel modo Misolidio che trionfò nel 1925 alla Carnegie Hall che contiene una splendida citazione della Rapsody in Blue. Ed ancora la Sinfonia Drammatica , il balletto La boutique fantasque scritta per i Ballets Russes di Diaghilev, con un clamoroso successo a Londra nel 1919; la Ballata delle Gnomidi, l’Ouverture di Belfagor diretta alla Carnegie Hall da Otto Kemplerer ed ancora il Concerto Gregoriano per Violino e orchestra e i capolavori commissionatigli da Kusevickij per la Boston Symphony: le visionarie Vetrate di Chiesa e quello che, secondo Attardi, è il capolavoro di Respighi: i Metamorphoseon XII modi. 1042 pagine che scorrono fluentemente, grazie alla passione e competenza degli Autori.
E' un'indagine a tutto
tondo sull'ultima e più enigmatica opera di Mozart: prende l'avvio
dalle 'gilde' medievali dei costruttori di cattedrali, in un percorso
che, attraverso i circoli neoplatonici rinascimentali e il
Rosacrocianesimo, giunge sino alla Rivoluzione scientifica e
l'Illuminismo, analizzando così la complessa concrezione culturale del
Capolavoro, che oscilla tra la favola, l'opera iniziatica scritta per
rilanciare la massoneria austriaca in crisi e la commedia dissacratoria,
dove gli autori sembrano volersi fare beffa delle società segrete.
Questo studio supera le interpretazioni univoche e ci rivela un Mozart
cultore di enigmistica attratto dal mondo dell'arcano: in certi
procedimenti compositivi quali la "fuga" e la "forma sonata" e in alcune
intuizioni drammaturgiche come le "nozze sacre" di Tamino e Pamina e il
"capovolgimento" dell'opera - dove i personaggi buoni divengono
negativi e viceversa - possiamo intravedere altrettante operazioni
alchimistiche. La Zauberflöte è concepita come un gioco, un "ludus"
rosacrociano, dove il Compositore lancia messaggi e verità esistenziali e
sociali, che all'occorrenza possono essere negati o considerati una
burla, affinché il contenuto appaia innocuo.
Le molteplici letture, le antinomie o apparenti assurdità
costituiscono in realtà l'essenza di quest'opera, dove i contraddittori
sono complementari, gli opposti coincidono. Come nel mazzo di Tarocchi
del Castello dei destini incrociati di Italo Calvino, la vicenda e i
personaggi vanno letti da sinistra a destra, dal basso in alto o
viceversa, in un gioco ermeneutico senza fine, ma che presenta una sua
profonda coerenza.
Schikaneder e von Born, Illuminati e Rosacroce, Ars combinatoria e
Architettura musicale, tutti gli aspetti e le problematiche di questo
capolavoro vengono affrontati in questo volume, che si pone fra i più
completi e originali scritti sull'argomento.
Questo libro di Francesco Attardi, coadiuvato da Giuseppe Pasero, è rivolto a Direttori d'orchestra e Manager d'azienda, amministratori pubblici e privati, leaders politici e sindacali, musicisti e appassionati, e a tutti coloro che vogliono riflettere sul proprio modo di esercitare individualmente la leadership nei rispettivi ambiti professionali e nei contesti più vari, dal politico al sociale, dall'amministrazione di un'azienda a un centro di ricerca. Francesco Attardi e G. Pasero assumono il binomio Direttore-Orchestra come metafora dell'eccellenza e ne fanno l'osservatorio privilegiato da cui ricavare un modello innovativo per una leadership ideale. Provate a immaginare un concerto come un workshop tenuto da Claudio Abbado o da Riccardo Muti per il potenziamento delle vostre abilità di Dirigente d'Azienda e dell'efficienza della vostra organizzazione! Se in una grande orchestra e in una grande azienda si mira parimenti all'eccellenza, è pensabile che un Direttore d'Orchestra possa insegnare il ruolo di leader a un Manager.
L'Italia, patria di Frescobaldi, Corelli , Scarlatti, Vivaldi, assisteva dalla seconda metà del '700 al totale eclissamento della musica strumentale. Nei teatri gli evirati e l'opera divennero esclusivi per il pubblico italiano e romano in particolare, che per oltre un secolo non coltiverà la musica strumentale, mentre la stessa Roma fra le città italiane si dimostrò la più restia a uscire da questo soddisfatto provincialismo culturale. Ma l'apporto di artisti e intellettuali stranieri presenti a Roma e l'arrivo di Franz Liszt nel 1861, che si stabilisce nella Città Eterna per oltre dieci anni, segna la rinascita culturale di questa città con le prime produzioni sinfoniche italiane e la conseguente costituzione di orchestre e sale da concerto. Giovanni Sgambati, uno dei più grandi pianisti dell'Ottocento,sarà suo allievo e farà di Roma il centro del sinfonismo italiano, preparando il terreno alla Generazione dell' Ottanta di cui faranno parte Respighi, Casella e Malipiero.
l Don Pasquale di Attardi, per la collana Invito all'Opera della Mursia, è la guida più completa uscita in Italia dell'ultimo capolavoro comico di Donizetti. L'autore ne indaga le origini e la gestazione, avvenuta a Parigi nel 1842, e offre un'analisi disincantata del personaggio di Norina, tra soubrette e femminismo, e della figura del vecchio gabbato, Don Pasquale, con una dettagliata esegesi del libretto e della partitura. Una esaustiva nota discografica conclude il lavoro.
Francesco Attardi assieme alla moglie Elisa De Luigi ha sperimentato un modo nuovo di divulgare la cultura musicale, raccontando le opere attraverso ricette di cucina. Iniziata nel 1996 con Il flauto magico opera gastronomica, la deliziosa serie è proseguita con Le Ricette di lady Macbeth per l'apertura della stagione della Scala nel 1997, dove vengono messi a confronto il dramma di Shakespeare e l'opera omonima di Verdi, con ricette demoniache e magiche; Celeste Aida Cuoca divina in cui l'infelice schiava diventa un'abile cuoca, è stata commissionata per la riapertura del Teatro Massimo di Palermo, mentre in Don Giovanni in Cucina, il grande seduttore viene punito per la sua golosità più che per la sua concessione all'eros. Mozart è stato ancora celebrato con Un banchetto per Figaro con ricette tratte soprattutto dalla Cucina spagnola e l'ultimo nato è Rigoletto e la Cucina mantovana, con ricette tratte tutte dalla grande tradizione della città dei Gonzaga. Questi libri, alcuni dei quali pubblicati in tedesco e in lingua spagnola, hanno avuto risonanza per la loro originalità e il loro stile, dotto e ironico al tempo stesso. Sulla rubrica MenSa (Menù Storici d'Autore), il critico Rino Pensato ha così scritto a proposito delle due prime opere degli Autori dedicate a Mozart: In particolare sulle sue due opere forse più note e amate di Mozart, Don Giovanni e Flauto magico, i due coniugi Francesco Attardi e Elisa De Luigi non ci hanno lasciato, come suol dirsi, nemmeno i resti. Ingordi, armati di amore per Mozart e la cucina, di documentazione, attenzione e fantasia, hanno messo su due piccoli monumenti gastronomici. Decine e decine di ricette, osservazioni, pagine brillanti e documentate, tutte da godere.
Una ricetta tratta da Il Flauto magico, opera gastronomica:
TIRAMISU' PAPAGENA
La scena si sposta e dall'opera iniziatica ci troviamo di nuovo coinvolti nella commedia, o meglio nella tragicommedia.
Ricompare Papageno che soffiando nel suo flauto
invoca disperato la sua dolce metà: se non riuscirà a trovare Papagena
conterà fino a tre e poi si impiccherà ad un albero (29a scena). Fa
proprio pena il poveretto: a che punto si è ridotto un ottimista
spensierato come lui… Papagena su, dagli aiuto!
Ricetta:
Ingredienti per 8 persone: 500 gr di mascarpone, 2
confezioni di savoiardi artigianali, 50 gr di mandorle tostate, 4 uova, 4
cucchiai di zucchero, caffè, ½ bicchierino di brandy.
Montate gli albumi a neve e, a parte, i rossi con lo
zucchero. Incorporate nei rossi a poco a poco i bianchi e il
mascarpone. Inzuppate di caffè leggermente diluito con acqua e con mezzo
bicchierino di brandy i savoiardi e , in una terrina, stratificate i
savoiardi e la crema di mascarpone. Spolverizzate con le mandorle
tostate e tritate finemente, mettetele in frigo e servite il TIRAMISU' PAPAGENA non troppo freddo.